Lettori fissi

sabato 5 giugno 2010

una casa…in fondo alla via

gabri

bella vero?

dalla cassapanca è uscita questa foto datata..un pò rovinata..quasi un fotogramma di un vecchio film in bianco e nero ..e una poesia..


ieri una casa..
una strada..
un cuore..
oggi soltanto macerie di quella casa
come pensieri strangolati...
due pietre..
una storia..
un lembo di muro..
il passato..
rovine bagnate
nella pioggia di questo aprile strano..
ricordi fra le mani
accarezzati
e ritrovati stranamente intatti...
dentro

era da poco finita la guerra..e tra mio padre e mia madre stava nascendo una tenera amicizia…anzi ..per meglio dire…era già nata..
una sera di maggio …erano stati invitati ad una festa che si teneva in un locale alla periferia di milano…intorno c’erano prati….ancora un ruscello…
complice la sera tiepida…la compagnia piacevole…la voglia di divertirsi…il poterlo fare…finalmente…finirono per perdere l’ultimo filobus che li avrebbe portati a casa…
in attesa della prima corsa del mattino..loro due lasciarono la compagnia per una passeggiata romantica….non fecero molta strada…si fermarono vicino al ruscelletto…sotto un lampione a ridosso di una casa ..e mio padre chiese a mia madre di sposarlo …
fin qui non ci sarebbe nulla di strano ..una normale storia di innamorati ..con un lieto fine ..ma per uno strano gioco del destino …la loro casa…e la mia per tanti anni …fu proprio quella sotto la quale c’era stata la richiesta di matrimonio…

era l’ultima casa di una via molto corta…
si respirava un’aria di paese ..i prati c’erano sempre…il ruscelletto anche.. 
era una casa ad un piano …al piano terra c’era un’agenzia enologica..e c’era un enorme cortile…..un glicine…due fichi….al primo piano…ci stavamo noi …
(come scrisse mio padre in una poesia che mi regalò per un mio compleanno.. “ghe stavum dumà nüm e la felicità”..”ci stavamo solo noi e la felicità”)..e un cane ..pupi..

una domenica pomeriggio di fine maggio .. mia mamma era in attesa di mio fratello…quello “disperato” della foto …che sarebbe nato di lì a poco..
eravamo a letto a riposare ..quando cominciammo a sentire degli strani “toc..toc” alla porta….
si alzò mio padre ..chiese chi fosse..ma non ci fu nessuna risposta…
quindi tornò a letto…ma il “toc..toc..” ricominciò.. insistente..e di nuovo mio padre a chiedere chi fosse…e come la prima volta ..nessuna risposta …
allora…pensando ad un malintenzionato….facendo la voce grossa…disse…”ho una rivoltella in mano …(cosa assolutamente non vera)…se non mi dici chi sei ..io apro….e non so cosa può succedere..”
al di là della porta ..silenzio …solo il ritmico ..lugubre toc toc..
a quel punto …mio padre aprì…..e si trovò davanti ..il nostro cane …quello della foto con mio fratello…quello scuro …
qualche imbecille gli aveva legato alla coda un pezzo di legno …e ogni volta che si muoveva …bussava alla porta …
liberammo pupi di quella appendice scomoda…accettammo le effusioni …ovviamente ricambiate …di quel cane davvero speciale….che merita un capitolo a parte

ancora oggi quando ripenso a quella casa in cui regnava la meraviglia dei pomeriggi di sole..delle nostre voci di bimbi..delle carezze sincere…di una rosa che fioriva sempre il giorno di natale…mi convinco sempre di più che ci stavamo solo noi e la felicità…


alla prossima …

lunedì 17 maggio 2010

un libro nella libreria e un amico nel cuore



libreria del centro


i libri sono i migliori compagni di viaggio.. parlano quando ne 
abbiamo bisogno..tacciono quando vogliamo silenzio..fanno compagnia senza essere invadenti..danno moltissimo senza chiedere nulla… e a volte ..grazie ad un libro..anzi ..grazie alla ricerca di un libro si fanno incontri fortunati..
non mi è capitato molto spesso di potermi ritagliare un pomeriggio tutto per me …ma ogni tanto è successo.. e quando è capitato ho sempre cercato..senza riuscirci per altro…di tenermi lontano dalle librerie.. e sì..perchè sembra facile entrare in una libreria per comprare un libro….anzi.. entrare in una libreria è cosa facilissima..un pò meno facile è uscirne..perchè non si può stabilire il tempo in cui ci si rimane…. e si finisce per non riuscire a fare tutto ciò che ci eravamo ripromessi di fare.. dunque..in uno di quei pochi pomeriggi..passeggiavo per le viuzze del centro..quelle ricche di storia..quelle in cui ci sono palazzi signorili con bellissimi giardini invisibili ad occhi distratti..giardini che si intravvedono dai cancelli in ferro battuto…quelle in cui ancora si aprono piccolissime botteghe..improponibili in questo mondo in cui si è perso il gusto del bello…botteghe in cui si trovano cose particolari..uniche nel loro genere..esposte con un gusto..una cura..una ricercatezza davvero speciali… mentre osservavo una di queste vetrine…in cui era esposto un vecchio libro ingiallito dal tempo.. che serviva come rialzo per una delicatissima scultura….mi sono ricordata di una libreria che tanto tempo prima frequentavo..era una libreria un pò particolare..in un edificio d’epoca....in uno stile vagamente liberty...grandi poster alle pareti..con diverse sale…in una delle quali era possibile degustare caffè..o tè..o cioccolata..e allora... mi ci sono diretta velocemente perché come dicevo, si sa quando si entra ma non quando si esce..
appena entrata sono stata assalita da un profumo... già…che dite del profumo della carta?..non di quella dove sono visibili nell’impasto i fiori di campo…No!…. parlo del profumo della carta.. della cellulosa… avete mai provato ad annusare un libro nuovo? dà la stessa sensazione dell’”annusare” quella colla che usavamo alle elementari (parlo dei miei coetanei..o giù di lì)..la coccoina…..quella che stava in piccole scatole cilindriche..in alluminio …quella pasta bianca che si spalmava con un pennellino in miniatura…quella che si usava per le figurine….o per costruire cubi.. coni.. piramidi oggi no…… le figurine sono autoadesive e i solidi geometrici sono in plastica colorata..ed esistono gli spray……. faranno anche morire il pianeta terra ma incollano in manierà così uniforme… ma ritorniamo ai libri…la scelta è quanto di meno razionale possa capitare…sempre che la tua “visita” alla libreria non sia una visita mirata..ma a me piace passeggiare tra gli scaffali..e soffermarmi sui libri ..e lasciarmi guidare dall’istinto… quel pomeriggio..però…ha giocato l’imponderabile… sono entrata.. decisa a comprare un romanzo con cui annullare temporaneamente i miei pensieri….un romanzo che mi “teletrasportasse” in un mondo diverso, cambiando lingua o magari solo il vestito, magari mi portasse fisicamente a 500 anni prima con i sandali del pellegrino verso una crociata o nei panni di un pittore di corte, oppure su una spiaggia dalla sabbia finissima..in una natura incontaminata… il genere poi era una scelta nella scelta…romanzo d’autore.. d’amore.. giallo.. noir.. romanzo verità.. romanzo storico.. insomma generi vari…proposte tante…e questa volta volevo proprio uscire con un libro…con un romanzo che almeno mi portasse a dire dopo averlo letto… mmmmh.. simpatica storia e piacevole lettura…. o qualcosa del genere… ho iniziato così a leggere una pagina di qualche libro di qualche autore che già conoscevo..ma anche di autori del tutto sconosciuti..”questa è una libreria non una biblioteca!” sembrava pensare il commesso…copertine accattivanti.. titoli intriganti.. difficile scegliere… avrei dovuto leggerli tutti per portarne uno a casa…che amabile contraddizione….. comprare un romanzo che si conosce già….per non rischiare un incauto acquisto..Come faccio a sceglierne uno?.. pensavo.. sembrano tutti belli!…. gli autori poi non sono una garanzia… autori che non hai mai sentito nominare ma che indovinano la storia…autori che vanno per la maggiore..ma che a volte diventano tristi e lunghi e per farti assaporare un dialogo o un’atmosfera.. o peggio.. per costruire un personaggio impiegano una eternità…Insomma il titolo a volte ti tradisce, così come l’immagine della copertina, così come il nome dell’autore. uff come scegliere? Insomma ero ormai ferma davanti alla bacheca dei romanzi da mezz’ora… forse il libraio mi stava studiando per vedere quando ne avrei afferrato uno e varcato la porta senza pagare!……..ed ecco l’illuminazione! Come san paolo sulla via di Damasco, fulminata davanti alla bacheca dei romanzi… un signore distinto..più o meno della mia età… capelli e barba bianchi..elegante quel tanto che basta.. abbronzato quel tanto che basta..alto..”di un certo peso” che però non guastava.. ..era appena entrato nel negozio..Si avviò direttamente verso lo scaffale dei romanzi..protese la mano.. ne afferrò a colpo sicuro uno …..fra le pile dei libri… fece un sorriso…. si rivolse verso di me ..e mi disse….glielo consiglio..e si mosse con passo deciso verso la cassa. Ecco la scelta..inconsciamente anche io presi quello stesso romanzo.. ma non fu solo la scelta di un libro….quel distinto signore mi stava aspettando vicino alla cassa e mi chiese se poteva offrirmi un caffè…che avreste fatto voi?..mai accettare un caffè da uno sconosciuto?..e invece ho pensato ..perchè no?….la sala da tè era molto accogliente…le luci giuste e i colori delle pareti caldi..abbiamo bevuto un ottimo caffè …abbiamo cominciato a parlare di libri..e poi dei nostri interessi.. abbiamo riso e sorriso… ed è iniziata così per caso…grazie ad un libro che non sapevo scegliere una
bellissima amicizia… sandro era una persona davvero speciale …una di quelle che ti lasciano un segno indelebile …e quel libro è in un posto speciale della mia libreria come lui è in un posto speciale del mio cuore




domenica 9 maggio 2010

festa della mamma……dalla cassapanca…un salvadanaio rotto

comincio a pensare che la mia cassapanca sia “magica”..tanti sono i ricordi che contiene…

oggi è la festa della mamma….la mia non c’è più…
potrei dedicarle una poesia…o un fiore…invece nella cassapanca c’è un salvdanaio rotto…strano… vero?..conservare un salvadanaio rotto ….ma è lo spunto per un ricordo…dedicato a mia madre e in parte anche a mio padre…sì anche a lui perchè loro erano due corpi e un’anima sola…

mia mamma insegnava lettere in un istituto di suore..ma decise di rinunciare all'incarico per stare accanto a noi...la famiglia innanzi tutto...e di questo le sarò grata in eterno..
cinquant'anni fa..o giù di lì…anche la periferia di milano poteva essere terra di missione..e ai miei...lo spirito missionario non è mai mancato...avevano ospitato in casa nostra..per 17 mesi.. una famiglia di 4 persone che era stata sfrattata alla viglilia di natale.......e....visto che le benpensanti monache dell'oratorio chiudevano regolarmente le porte ai ragazzi meno tranquilli ed inquadrati..che ovviamente erano quelli che avrebbero avuto più bisogno di una guida...e di tanto amore...le porte di casa mia si aprirono...anche per loro
prima uno..poi due....poi...
ho perso il conto di quanti ragazzi sono passati...
venivano per fare i compiti..."il doposcuola"...e non se ne andavano più..
trovavano il calore familiare di cui godevano poco o nulla a casa loro...spesso trovavano la cena....
nemmeno noi navigavano nell'oro .. come si dice... ma un piatto caldo o freddo..per chi ne aveva bisogno c'era sempre...
ho ancora negli occhi la figura di mio padre che tornato a casa dopo una giornata in ufficio …contava i ragazzi ancora lì..e diceva..”pizza per tutti”?…e con il suo grembiule da cucina (ancora lo conservo)…..guai a  chi osava metterselo…cominciava ad impastare…
in quella specie di doposcuola..c'era una sorta di regolamento...che veniva democraticamente stilato...con la partecipazione di tutti...e che tutti erano tenuti a rispettare.. grandi compresi....e c'era un grosso salvadanaio...in cui finivano le multe ..aumentate nel corso degli anni....(più la mandi giù...la lira....e più si tira su...la multa)...di chi non rispettava le regole.. 
poi alla fine dell'anno il salvadanaio si rompeva ..e con quei soldi..più il "rabbocco" di mia madre...prendevamo il treno e passavamo una giornata al lago...era l'inizio ufficiale delle vacanze...che per la maggior parte di quei ragazzi voleva semplicemente dire ..non andare a scuola …ma continuare a venire a casa mia ….
qualcuno di loro si è perso per la strada....tanti altri no...e il legame fortissimo è rimasto....mia madre e mio padre..si perchè anche lui è stato una figura importante...sono stati un punto di riferimento...e chi aveva una gioia o un dolore li ha condivisi con loro....
non potrò mai dimenticare la luce che si è accesa negli occhi di mia madre...ricoverata in ospedale..in condizioni già molto serie..al vedere tre delle sue "monelle" di un tempo....
non si sa come.. avevano saputo delle sue condizioni...e ancora una volta...l'ultima...erano tornate per dirle grazie

il grazie che continuo a dirle ancora anche io..per ciò che è stata..per ciò che mi ha dato..per ciò che mi ha permesso di darle ..per come sono adesso

e per te…

 acquerello
un mazzolino di violette che ti piacevano tanto….
tanti auguri …mamma

sabato 8 maggio 2010

ho riaperto la cassapanca e ho incontrato un angelo…

è sera..e qui sta piovendo a dirotto…
ho bisogno di un qualcosa che sia solo mio.. qualcosa in grado di dialogare con la mia anima sofferente…

riapro la solita cassapanca…e cerco..senza sapere bene cosa..
rileggo qualche poesia che mio padre scriveva in dialetto milanese…guardo svogliata le foto che conosco benissimo…tra queste ne ritrovo una particolare..è la foto della villa di una zia di mio marito

mio marito ora non c’è più..ed è inutile dire che mi manca molto..soprattutto in questi giorni…

un tuffo al cuore…sento che quella fotografia è uno strumento della sua anima per parlare alla mia…una carezza silenziosa…un alito d’amore soffiato oltre le ombre incerte… 

qualche tempo dopo il nostro matrimonio …i miei suoceri erano tornati al paese natio…nella bassa mantovana …ma siccome la loro casa ancora non era completamente sistemata ..la prima volta che andammo a trovarli ..fummo ospitati da una sorella di mia suocera..che abitava appunto nella villa della foto …
strane cose si dicevano su quella costruzione …una cosa era più che sicura…era sta a costruita su un vecchio cimitero…la cosa meno certa era...che qualche volta.. ancora.. si sentissero i rintocchi della campana della chiesetta del cimitero ..
era arredata con mobili cupi…e nell’anticamera..di notte erano accese luci blu che davano quel tocco lugubre che bene si adattava all’ambiente
a noi era stata assegnata la camera da letto dei suoceri della zia..ovviamente deceduti…letto altissimo…materassi in cui ci si affondava..luce centrale meno che fioca …insomma…sembrava che tutto mi giocasse contro…non ero tranquilla per niente…
nel cuore della notte mio marito si alzò…e il mio cuore cominciò a battere all’impazzata…di scatto scesi dal letto per seguirlo…quando successe una cosa sconvolgente ..
sulla porta della camera lasciata semiaperta comparve un angelo ..
o meglio …comparve una figura che illuminò la stanza di una luce diversa…e mi sorrise ..
mi disse..”lo so che hai paura…ma non temere…io sono l’angelo custode di tuo marito …gli sono accanto giorno e notte…e gli sarò accanto per sempre…ricorda..qualunque cosa possa succedere..ci sarò io a proteggerlo…” ..mi sorrise ancora col suo sorriso dolcissimo e scomparve…
quelle parole mi rasserenarono…e aspettai che mio marito tornasse per raccontargli l’accaduto …la cosa strana era che lui aveva visto la luce in camera…luce che io però non avevo acceso ..
quella figura è stata da allora una presenza costante nella mia vita …una presenza invisibile..ma tangibile…anche nel momento in cui mio marito se ne è andato per sempre ..ho avuto la certezza che quell’angelo lo prendesse per mano ..e anche stasera…in qualche modo ..era qui…insieme a lui …forse sorridendo insieme dei miei timori di quella notte…

martedì 27 aprile 2010

ho riaperto la cassapanca

ho riaperto la cassapanca..quella che c’è in un angolo di casa…quella piena di “me”…..
mi è capitata tra le mani la pagina di un giornale di tantissimi anni fa…
un articolo…due fotografie..quella di Katia – futura fidanzata di mio fratello…e quella di Gigi – amico fraterno di mio fratello..

vi racconto…
mio fratello  aveva conosciuto la sua futura fidanzata in banca..mentre entrambi erano in coda allo sportello in attesa di riscuotere il presalario universitario…ed era tornato a casa  frastornato dall’ inarrestabile cicaleccio di quella ragazza…molto carina ma troppo loquace…deciso quindi a non approfondire la sua conoscenza..
ma la vita è imprevedibile….così..dopo qualche tempo ..in una calda sera primaverile…arrivarono a casa nostra ….Gigi e Katia…di cui Gigi era innamorato ..
Lui non sapeva che mio fratello e Katia si conoscessero..lei non sapeva che Gigi e mio fratello fossero amici..e mio fratello non sapeva che la ragazza di cui Gigi non smetteva mai di parlare.. fosse Katia..per cui la sorpresa fu decisamente grande.. 
e  i due giovani di belle speranze (Katia e mio fratello) ..lei ..niente male …bionda..occhi  azzurro verdi …minigonna portata bene…lui alto..simpatico..decisamente un bel ragazzo…facevano davvero una bella coppia..
fu una serata piacevole..tra discussioni politiche …(”nel secolo scorso”..avevamo ancora voglia di discutere..di confrontarci..di batterci per gli ideali in cui credevamo…) e battute allegre..barzellette e “dissertazioni filosofiche”
dopo qualche tempo…una sera di maggio …gigi..sempre innamorato di katia….e katia che si stava innamorando di mio fratello…passando davanti ad una chiesa romanica…(originariamente era un edificio longobardo, fondato secondo la tradizione dalla regina Teodolinda,   poi ricostruito nei secoli XI-XII come struttura romanica a mattoni)…aperta..nonostante l’ora per le funzioni del mese di maggio ..decisero di entrare a visitarla.. parcheggiarono sul sagrato ed entrarono…all’uscita..risaliti in auto…misero in moto senza rendersi conto di avere la retromarcia inserita..per cui  l’auto schizzata all’indietro..dopo aver centrato in pieno e divelto il portone ….per fortuna era solo quello leggero di protezione .…(il portone artistico era aperto) …entrò  in chiesa ..distrusse un bel pò di panche..e si fermò a ridosso di una colonna..senza toccarla…
nessun danno a persone..per fortuna…perchè i fedeli ancora non erano arrivati…
leggermente frastornati…non capitano spesso incidenti di quel genere..lasciarono l’auto in chiesa e si precipitarono dal parroco…chiedendogli di uscire perchè c’era stato un incidente…
il poveretto..ignaro… corse fuori dalla canonica pensando ad un ferito grave …ma quando vide l’accaduto ..rischiò l’infarto…
però questa è una storia a lieto fine..
l’assicurazione ripagò tutti i danni ..e quindi la chiesa ebbe le panche e il portone ..nuovi…katia e gigi..ebbero il “loro momento di notorietà” ..si fa per dire…quando la mattina dopo…mentre andavano all’università..in metropolitana.. videro le loro foto sui giornali…e sentirono i commenti divertiti di chi leggeva l’articolo …
la conoscenza tra mio fratello e katia si approfondì sempre di più…e quando decisero di sposarsi …lo fecero in quella chiesa..e le nozze furono benedette da quel parroco….che ancora…a distanza di tempo…non si era ripreso del tutto dalla “visita alla chiesa di quel fedele piuttosto anomalo”

domenica 18 aprile 2010

Io non ci sto

vi ricordate il caso di quei bambini di Adro (BS) a cui è stato dato solo pane e acqua perchè i genitori non avevano pagato la mensa?
un cittadino di Adro..che ha voluto mantenere l’anonimato…ha pagato la mensa per tutti quei bimbi..anzi ..ha garantito la copertura per tutto il corrente anno scolastico..e ha scritto una lettera che riporto qui sotto …
a parte il fatto che ha votato formigoni….cosa che non condivido ma nessuno è perfetto..eheh….io credo sia davvero importante leggerla ..perchè se solo la metà delle cose che scrive venisse recepita ..non saremmo conciati come siamo 


IO NON CI STO

Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità.
Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film "L’albero degli zoccoli". Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato soldi per vivere bene.
E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica.
A scanso di equivoci, premetto che:
- Non sono «comunista». Alle ultime elezioni ho votato per Formigoni. Ciò non mi impedisce di avere amici di tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo da condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona.
- So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliano anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell’Ucraina.
Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male.
I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo? Che non mi vengano a portare considerazioni «miserevoli». Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino).
Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo? Vorrei sentire i miei preti «urlare», scuotere l’animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il «commercio».
Ma dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare «partito dell’amore». Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l’Italia. So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti «compagni che sbagliano».
Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le loro belle cose e case. Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) venga dalle tasse del papà di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1.200 euro al mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno? Ma quanto rendono (o quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30.000 metri cubi del laghetto Sala. E i 50.000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto? Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? E’ già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.
Il sonno della ragione genera mostri.
Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro. Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.
E chi semina vento, raccoglie tempesta!
I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione del servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L’età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quel giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi? E se non ce lo volessero più cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. E’ anche per questo che non ci sto.
Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà pure dire poco ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani.
Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all’uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l’amministrazione. In tal modo mi impegno a garantire tutta la  copertura necessaria per l’anno scolastico 2009/2010. Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno o vorranno pagare il costo della mensa residuo resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa.
Sono certo che almeno uno dei quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore, o infermiere e il suo solo rispetto varrà la spesa. Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del «grande fratello».
Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie. Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo.
Molto più dei soldi mi costerà il lavorìo di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo. Posso sopportarlo. L’idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce.
Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito c’è, ma solo per tutto il resto.
Un cittadino di Adro (Brescia
)

venerdì 16 aprile 2010

abortire in Vaticano….flavia amabile

questa non è davvero una bella storia…una delle storie che mi piace raccontare e condividere con voi

dire che sono sconcertata è dire poco…
riporto semplicemente  l’articolo della Stampa di ieri lasciando che ciascuno tragga le proprie conclusioni

 

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Abortire in Vaticano
La storia di una donna che trova le pillole per interrompere la sua gravidanza nella farmacia del Papa

FLAVIA AMABILE

A volte anche i dubbi sono un lusso. Non ne ha avuti Alina, 34 anni, quando ha varcato la soglia della Farmacia Vaticana per abortire. Vaticana, sì, non è un errore: è andata proprio all'interno delle mura dei più fieri nemici dell'interruzione di gravidanza per procurarsi le pillole di cui aveva bisogno. Ha dato uno sguardo rapido all'ampio negozio, scelto la fila più breve e atteso con pazienza il suo turno. 

Non c'è da avere dubbi
quando hai un passaporto romeno in tasca, due o tre lavori - tutti clandestini - e una famiglia da mantenere, sorelle e nipoti compresi. E' una scelta tra vite. E Alina sa bene qual è la sua. E' arrivata a Roma quattro anni fa con il marito: in Romania non c'è lavoro. In Italia nemmeno ma, a sapersi accontentare e a non avere pretese di cittadinanza o contributi, qualcosa si può guadagnare, assicurano gli amici. 

Lui viene subito preso
da un piccolo costruttore a fabbricare cemento e riverniciare interni di case. Lei a pulire appartamenti, a volte anche uffici, i suoi preferiti: nessuno si sogna di protestare se il pavimento non è lucido di cera o se non toglie la polvere dietro i mobili ogni giorno. 

Una vita da fantasmi,
del tutto inesistenti. Eppure insieme riescono a mandare a casa anche mille euro al mese. Per la famiglia è la salvezza. Alina e il marito hanno due figli maschi di 10 e 8 anni. Con quei soldi vanno a scuola, si vestono, mangiano. Con gli stessi soldi vivono il nonno e la nonna, troppo anziani per lavorare, la sorella di Alina, i suoi due figli e il marito invalido. 

Quando quest'inverno Alina
ha capito di essere incinta ha pensato a loro. Non aveva scelta: portare avanti la gravidanza per un fantasma come lei vuol dire perdere tutto. Nessuno dà un lavoro in nero a una romena incinta, le si chiede di farsi un attimo da parte, partorire e poi ricominciare da capo a bussare alle porte per trovare altre case e uffici da pulire. Quanti mesi di stipendio persi? Sette, otto, dieci? E poi chi allatta il bambino? E se non lo allatta lei chi ha i soldi per comprare il latte? E alla fine perché fare ancora un figlio per disfarsene subito dopo e nemmeno vederlo crescere? 

Una donna fantasma non ha un medico di famiglia
e l'assistenza sanitaria soltanto se in pericolo di vita o in particolari casi. L'aborto dovrebbe essere compreso ma con i tempi che corrono presentarsi in ospedale e far emergere la propria vita è troppo rischioso. Meglio ascoltare i consigli di chi ne sa più di lei. Nel Lazio una donna su tre che abortisce è originaria dell'Est, molto spesso romena. Il metodo è sempre lo stesso, il fai-da-te: alcune pillole di un farmaco usato per curare l'ulcera gastrica e duodenale contengono prostaglandine, lo stesso principio della seconda pillola somministrata nel protocollo della Ru486, quello che provoca l'espulsione definitiva. 

Le sudamericane ne sono
fra le più grandi consumatrici, lo hanno ribattezzato l'aborto-express. Le cinesi lo usano in quantità industriali e ne arrivano casse intere nel nostro Paese nascoste tra altre merci. Tutte fanno finta di non sapere quanto è pericoloso prenderlo senza controllo. In Italia costa 13,90 euro e si vende in tutte le farmacie ma proprio per evitare abusi bisogna presentare una prescrizione di un medico di famiglia non ripetibile e nominale. 

Alina non ha medico di famiglia
, e non può sperare nella compassione di qualcuno. Ci sarebbe il mercato nero ma costa il doppio ed è meno sicura. Vai a fidarti di quello che ti vendono, una rom è morta a dicembre proprio dopo aver preso le pillole acquistate chissà come. La soluzione arriva un pomeriggio quando le sembra di non sapere più come fare.
Può andare in Vaticano, dove nessuno immaginerebbe di doversi recare per interrompere la propria gravidanza, le assicurano. Le basterà presentare il passaporto subito oltre la porta Sant'Anna, far vedere di avere una prescrizione di un medico con un farmaco qualsiasi scritto sopra e non intestata a lei. A volte va bene anche un foglio bianco di uno studio medico. A volte nemmeno guardano questo foglio i dipendenti della Santa Sede. Al suo danno una rapida scorsa, le consegnano un pass e le indicano la strada per la farmacia.

A volte anche i dubbi sono un lusso.
Alina sa che cosa significa assumere questo farmaco. Basta uno sbaglio minimo nelle dosi ed è spacciata. Pensa ai suoi figli, si fa il segno della croce e posa 14 euro sul bancone. Una farmacista dal capello liscio e lo sguardo lontano apre un cassetto, prende una scatola e gliela porta. "La prescrizione del medico? Può tenerla? E ecco il resto". Alina conta i soldi, pensa ad un errore, ma rispetto alle farmacie italiane in Vaticano l'aborto-express non solo è libero ma costa un euro e settanta centesimi in meno.

giovedì 15 aprile 2010

la cassapanca

c’è una vecchia cassapanca in un angolo di casa….
dentro…vecchi quaderni…quelli con la copertina nera e i fogli non patinati di quel bellissimo colore “bianco non bianco”.. 
vecchie fotografie…ritagli di giornali..vecchie ricette di famiglia…appunti…note a margine  di poesie o racconti…vecchie lettere…
tutte cose che  gelosamente conservate.. sono..in qualche modo le radici che danno un significato alla nostra esistenza..perchè avendole tra le mani ci si sente legati a chi è già stato e non c’è più..e forse perchè si spera che chi le “toccherà” dopo di noi  si sentirà legato a chi non ci sarà più..

aprire quella cassapacanca..è sentire il “profumo” di antico…è ritrovare nella mente attimi.. visi..voci.. emozioni..

emozione..tenerezza…rimpianto è ciò che ho provato rileggendo due “poesie” che mi aveva dedicato una persona speciale che ora non c’è più..
lui.. per me un grande amico…
io.. per lui ..un grande amore…

nella prima…ci sono io …nella seconda il suo amore..
in tutte e due…la sua anima


A volte ti senti forte come una roccia,
felice di vivere 67322579_w15aoAYV
e pronta a combattere
col mondo intero, 
capace di  abbattere barriere
e
scavalcare ostacoli.
A volte invece sei delicata 
come un fiore che sboccia,
che il semplice vento muove,
che la pioggia piega
senza dargli la possibilità di rialzarsi

 
Amarla
quando scrivi il suo nome e ti trema la mano

lorefm8amarla
quando la pensi e ti senti felice

amarla
quando la tocchi e ti senti morire

amarla
quando la vedi e ti sembra di sognare

continuare ad amarla 
pur sapendo che il sogno non diventerà realtà.



richiudo la cassapanca….
chissà quali emozioni mi riserverà la prossima volta…

domenica 11 aprile 2010

c’era una volta…..

c’era una volta…..

il padre di una famiglia molto ricca che fece fare ai suoi due figli un viaggio per tutto il paese con lo scopo di mostrare loro orgogliosamente come viveva la gente povera e di quanto fortunati fossero loro.

Durante il lungo viaggio i due bambini passarono molto tempo a discutere tra loro come potevano considerare una famiglia molto povera.
Al ritorno dal loro viaggio, il padre chiese ai figli:" Come è stato il viaggio?"
"Grande, papà."
"Avete visto come vive la gente povera?"
"Oh sì!" risposero loro.

"Allora che cosa avete imparato dal viaggio?" Chiese ancora il padre.
I figli gli risposero:
" Abbiamo visto che noi abbiamo un cane di razza e loro avevano tanti bastardini.
Essi hanno uno stagno fangoso in cui giocano tutti.. che è la metà dei nostri giardini. ma hanno anche un'insenatura che non ha estremità.
Noi abbiamo decine di lampade elettriche nel nostro giardino, loro invece hanno infinite stelle alla notte.
Le nostre proprietà hanno confini di chilometri, loro non ne hanno perché hanno l'orizzonte intero.
Noi abbiamo tantissimo ma pur sempre una piccola parte di terra da vivere mentre essi hanno campi che vanno oltre la nostra vista.
Noi abbiamo servi che ci servono, loro si aiutano a vicenda.
Noi compriamo i nostri alimenti e leccornie, loro si cibano di quello che raccolgono.
Noi abbiamo alte pareti e cancelli intorno alla nostra proprietà per proteggerla; loro hanno amici per proteggerli."
Il padre era esterrefatto.
Ed infine i suoi figli aggiunsero: " Ti ringraziamo papà perché ci hai fatto vedere quanto poveri siamo noi!"

Domandiamoci cosa accadrebbe se tutti ringraziassimo e fossimo sazi per ciò che abbiamo invece di preoccuparci per cosa non abbiamo? Apprezziamo ogni piccola cosa che abbiamo, particolarmente i nostri amici! 

L’Amicizia, infatti,  è l’unico bene gratuito e inesauribile …se lo coltiviamo.

martedì 23 marzo 2010

Che tu sia per me il coltello - David Grossman

che tu sia per me  i coltello - david grossmann

Tra un secondo rientro. Vorrei solo poter restare qui tutta la notte e continuare a scrivere. Scrivere mi fa bene. Lo sento. Anche quando scrivo cose tristi, qualcosa in me si tranquillizza, sento di avere uno scopo. Voglio rimanere qui e raccontare le cose più semplici. Descrivere la foglia che è appena caduta. O la catasta di sedie in veranda. O le falene attratte dalla lampada. E raccontare ciò che avviene durante la notte finché il buio si tramuta in luce, fino ai cambiamenti di colore. Potrei rimanere qui seduta per giorni e notti a descrivere ogni stelo d'erba, ogni fiore, i sassi del muretto, le pigne. Solo dopo, quando mi sentirò pronta, passerò a scrivere di me. Del mio corpo, per esempio. Comincerò da lui, da ciò che è tangibile. Ma anche con lui partirò da lontano, dalle dita dei piedi, per avvicinarmi piano piano. Descriverò ogni sua parte, ne annoterò le sensazioni, quelle di un tempo e quelle attuali. I ricordi della caviglia, per esempio, o della guancia, o del collo. Perché no? Attraverso le carezze, i baci e le cicatrici. Mantenermi viva con la scrittura. Ci vorrà un sacco di tempo ma ne ho molto a mia disposizione. La vita è lunga e voglio raccontare di me stessa, raccontare quello che probabilmente nessuno mi racconterà mai. La mia storia. Senza aggiunte, ma anche senza detrazioni. Scrivere senza pretendere nulla. Da nessuno. Scrivere solo la mia voce

venerdì 26 febbraio 2010

la bellezza…….stefano zecchi

bellezza

La bellezza se ne stava seduta in fondo a un pontile, come quelli che si sporgono sull'acqua per consentire alle barche di attraccare. Sapeva di dover essere sempre pronta all'appello e partire. Così teneva accanto a sé la sua borsa da viaggio e dondolava le gambe nel vuoto.
Sotto non c'era né il mare né il fiume, ma una distesa di nuvole, e sopra la sua testa il cielo era così azzurro che si potevano vedere tutti insieme il sole, la luna e le stelle. Il vento soffiava caldo da un lato e freddo dall'altro. Scompigliava i capelli della bellezza, nascondendole e scoprendole il volto che certe volte appariva giovane e capriccioso, altre sembrava antico e maestoso. Il suo corpo era come la sua anima e il suo aspetto esteriore perfettamente identico a quello interiore. Si mostrava serena e paziente, lasciava che le nuvole le accarezzassero le gambe e che il vento giocasse coi suoi capelli. E intanto aspettava, guardando il sole, la luna e le stelle e, osservandoli, si specchiava in essi, vedendo sempre e soltanto se stessa.
Una luce più intensa della luce del cielo le si avvicinò in un attimo e le disse: "È arrivato il momento, devi partire". "Andrò lontano?" le chiese la bellezza rassegnata e impaurita. "Andrai sulla Terra."
"Sai che non ci vado volentieri" le rispose malinconica. "Perché? Non ricordo: cosa dovrei sapere?" disse la luce con voce decisa. "Sono molti anni che laggiù nessuno mi vuole più bene. Un tempo mi adoravano: grazie a me hanno conosciuto la verità. Adesso invece mi rendono ridicola e spesso mi disprezzano." "Ecco un buon motivo per farti vedere lì ogni tanto. Gli esseri umani talvolta rinsaviscono: non devi arrenderti" le rispose la luce con molta comprensione. "Non saprei dove andare. Quelle che loro chiamano città, case, arte sono diventate brutte. Ah sì" continuò la bellezza con nostalgia "un tempo mi accoglievano con ogni onore: tutto mi dedicavano, sempre mi pensavano. Oggi, laggiù, credono di poter vivere senza di me: e infatti vivono male."
"Ma tu andrai nel cuore di una donna" disse la luce cercando di consolarla. "Quelle sono ancora peggio delle città e dell'arte, perché sono stupide" esclamò la bellezza con terrore. "Non essere così irriverente verso gli esseri che più ti hanno 'amata" la rimproverò la luce. "E che oggi più vogliono imbrogliarmi" si lamentò la bellezza. "Non vedi come mi tradiscono? Si trasformano, si deformano, si tagliano a brandelli e si fanno incollare pezzi nuovi e finti. Credono di possedermi e di avermi in eterno, e non si accorgono che mi riducono a una maschera grottesca. No, no ... soffro nel vedere questi esseri che pensano di dedicarsi a me e non sanno più chi io sia, cosa sia bellezza. "
Sospirò, si alzò e s'incamminò sul pontile sospeso tra le nuvole e il cielo, sapendo di non poter disobbedire alla luce. Forse sperava di essere trattenuta, forse, chissà, all'ultimo istante ci sarebbe stato un ripensamento. Invece la luce fu irremovibile e cercò di consolarla: "Anche sulla Terra, abitata da gente a te ingrata, continuerai la tua missione. Alcuni, pochi per la verità, ancora ti venerano. Devi esserci anche per loro, non devi rinunciare a testimoniare che la bellezza è il dono più grande". "Ma è difficile incontrare questi ultimi fedeli: vengono derisi e offesi da tutti gli altri, che purtroppo rappresentano la maggioranza e che a me preferiscono la volgarità, riducendomi a una cosa futile e senza senso. E siccome sulla Terra hanno stabilito che chi decide è la maggioranza, là io troverò solo nemici" disse la bellezza piagnucolando. "Avanti, non continuare a lamentarti, non essere anche tu capricciosa. Quando, ritornando, passerai per l'Italia, conoscerai un professore di Estetica. Lui ancora ti difende: non ha paura dei tuoi nemici e delle idiozie che dicono sul tuo conto.
"Adesso parti: va' da quella donna!" le ordinò la luce.
"Posso almeno sapere chi è?" "Una donna buona."
"E quando sarò con lei, verrò almeno premiata?" "SÌ, questa volta sì: con l'amore."

tratto da “fedeltà”  - stefano zecchi – professore ordinario  di Estetica all’università statale di milano

martedì 16 febbraio 2010

un fantasmino…….


 g20



chi mi conosce da tanto tempo lo sa che io avevo un “fantasmino” dispettoso in casa…o forse era più di uno …non lo so…di certo era una presenza giocosa che amava fare dei piccoli dispetti..
ho pensato tante volte a chi potesse essere..e sono arrivata alla convinzione che i miei genitori o mio marito..che fisicamente non c’erano più ..in realtà  non si erano mai staccati da me ..e per darmi delle prove tangibili del loro essermi accanto.. una volta svitavano una lampadina…che cadeva senza rompersi …una volta lasciavano una scia di profumo…una volta staccavano un quadro dalla parete…
adesso non abito più in quella casa…e il mio fantasmino mi manca…ma prima o poi..sono certa…ricomparirà..forse quando il mio cuore ..anche se ferito…avrà riacquistato la serenità di sempre

oggi ..mentre giracchiavo qua e là per il web…sono incappata in un brano di alessandro baricco…che mi ha fatto sorridere..e mi ha riportato indietro nel tempo ..
da “novecento” – monologo: 

  
castelletto

castelletto ticino – mia mamma

"A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c’é una ragione. Perché proprio in quell’istante? Non si sa. Fran. Cos’é che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C’ha un’anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un’ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall’inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d’accordo, allora buonanotte, ‘notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto, fran. Non si capisce. E’ una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Fran.”