Lettori fissi

venerdì 1 maggio 2009

quell’uomo dai capelli bianchi….

parco di monza-emilio borsa

parco di monza – olio su tela – emilio borsa

Vi è mai capitato di sfogliare un libro e trovarci una foto che non ricordavate nemmeno più di avere?.....io ci ho trovato una foto di mio marito …una delle ultime …capelli e barba bianchi… anche se aveva solo 50 anni… l’ho rivisto camminare….in quel suo modo strano per cui l’ho preso in giro tante volte … osservava tutto ciò che lo circondava ..non gli sfuggiva nessun particolare ..non era mai di fretta…..se poi era su un sentiero di montagna o in un bosco …era parte integrante di ciò che lo circondava... non so perché ..ma guardando questa foto .. sull’onda dei ricordi..forse.. mi è tornato in mente un episodio che avevo rimosso… Era un uomo qualsiasi….capelli bianchi .... bastone… che usava con attenzione…come si preoccupasse di non rovinarlo…direi con delicatezza…come si fa con una cosa cara…un signore solo… che camminava lentamente .. venendomi incontro dall’altra parte del viale...mentre osservava con attenzione ..gli alberi..la gente ..le auto ..… Era un giorno di sole, l’aria pulita ed il clima gradevole... camminavo lungo un viale alberato del parco di monza.. i pensieri lontano da quelli che ultimamente mi accompagnavano….da quando una sera di maggio ero rimasta sola… e la mano grande di un uomo bambino…la mano di mio figlio stretta nella mia. Un passo dopo l’altro percorrevo quel viale ed i raggi di sole che qua e là penetravano la volta verde abbagliavano i miei occhi..era un giorno come tanti altri..ma come pochi di quegli ultimi ...aveva un sapore così diverso… speciale ..come speciale è la vita …la mia...quella di mio figlio .. vite di sconosciuti come quella di quell’uomo che mi veniva incontro…e come quella di innumerevoli altri “sconosciuti”…soli….vite sfiorate dalle ruvide pareti dell’indifferenza dei molti…vite che non hanno più tempo né diritto di sognare… giorni e poi anni ad intrecciare stagioni di malinconica poesia.. difficile da scrivere..ma ancor più da recitare…. vite diverse che all’improvviso si incrociano ed attraversandosi cedono energia l’una all’altra… Per un attimo dimenticai dove fossimo, ciò che mi importava era la mano di simone chiusa nella mia, il mio passato ed il nostro futuro uniti dalla vita in quella stretta…pensai che non desideravo altro se non di tenere stretta quella mano…forse la vita era tutta lì, in quell’attimo fugace, nell’inesistente distanza che correva tra le nostre due mani, nel tempo inesistente che separava le nostre due vite….già…le nostre due vite…una vita sola …Per la prima volta ritornava nel mio cammino la speranza nel domani... il mio andare e quello dell’uomo anziano.. uno “sconosciuto” che mai più avrò la fortuna di rivedere..si incrociarono…lui ci guardò ed illuminato da uno dei più bei sorrisi che abbia mai visto, indicando mio figlio, mi disse: “Abbine cura, mamma!”… "dissolvendosi" poi così come era comparso. Mi accorsi che anch’io stavo sorridendo mentre cercavo di spiegare .. a voce alta…a me stessa e a mio figlio...guardandolo nei suoi occhi luminosi..…che forse quell'uomo era la persona speciale, che non avevamo più e che forse, in qualcun altro, avremmo avuto la gioia di ritrovare…un giorno... si rafforzò in me la convinzione che la vita fosse grande e ricca di momenti apparentemente così piccoli, ma infinitamente delicati ed importanti. Tuffandomi negli occhi puliti di mio figlio al mio fianco capii che non gli dovevo e non mi dovevo altre spiegazioni perché era grazie al cristallo di quegli stessi occhi che potevo vedere quanto bella fosse quella giornata di sole

per capire le mie parole fino in fondo..e la malinconia che si legge tra le righe di quello che scrivo…è doverosa una precisazione..mio figlio era portatore di un handicap grave…una forma di autismo che gli ha impedito una vita di relazione normale..io ero il suo “tramite” col mondo esterno ..e lui era la ragione della mia vita… e come suggeritomi dall’anziano uomo del parco di monza..ne ho avuto cura fino a che..poco tempo fa …il Signore lo ha richiamto a sè…

5 commenti:

  1. Ciao Lore, scrivi benissimo, potresti tranquillamente fare la scrittrice, purtroppo il Tuo racconto è pieno sofferenza, non oso immaginare ciò che hai passato, spero che il passare del tempo riesca a rimarginare l'enorme ferita del Tuo Cuore. un abbraccio

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  2. salve lore!
    ho riletto con piacere il tuo racconto...
    e so tutto e...
    un abbraccio sincero ed un sorriso!
    tvb

    azzurra

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  3. x temp...
    sicuramente lo avevi già letto in spizzichi.....ma vorrei che questo spazio fosse solo di racconti miei e non..e allora l'ho trasferito ...
    tu come stai?...e il resto?
    kissssssss

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  4. x adamus...
    grazie per le tue parole...
    la sofferenza è tanta ..indescrivibile..ma non è disperazione.. io credo sia un dovere vivere e non sopravvivere...non lasciarsi travolgere dagli avvenimenti.. accettare ciò che la vita ci mette sul nostro cammino..il che non è fatalismo...ma certezza che noi siamo tessere di un enorme puzzle ...e in quanto minuscole particelle.. incapaci di vedere il disegno finito ...che si capisce...però..via via strada facendo ...vivendo.. appunto.. e recependo i segnali che ci vengono inviati...e paradossalmente ringraziando per ciò che abbiamo ricevuto e quotidianamente riceviamo..non ultimo il dono della fede
    un abbraccio a te

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  5. sono entrata qui, e mi sono fermata a leggere... ora ti conosco un pò di più. Scrivi bene, ma a me ha colpito quello che hai scritto... se ora tu fossi accanto a me ti abbraccerei come una sorella...buona giornata

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