Lettori fissi

giovedì 14 maggio 2009

il filo di mezzogiorno…………………goliarda speranza

il filo di mezzogiorno - goliarda sapienza

Goliarda Sapienza (1924-1996) è stata un'attrice teatrale, attrice cinematografica e scrittrice italiana

per saperne di più (http://www.24sette.it/contenuto.php?idcont=387)

da: “il filo di mezzogiorno”

...ogni individuo ha il suo segreto che porta chiuso in sè fin dalla nascita, segreto di profumo di tiglio, di rosa, di gelsomino, profumo segreto sempre diverso sempre nuovo unico irripetibile, segreto di impronte digitali, graffito inesplicabile...non violate questo segreto, non lo sezionate, non lo catalogate per vostra tranquillità, per paura di percepire il profumo del vostro segreto sconosciuto e insondabile a voi stessi. Ogni individuo ha il suo segreto, ogni individuo ha la sua morte in solitudine...morte per ferro, morte per dolcezza, morte per fuoco, morte per acqua, morte per sazietà, unica e irripetibile. Ogni individuo ha il suo diritto al suo segreto ed alla sua morte...


Il romanzo si impernia attorno a un'esperienza psicanalitica che l'autrice affronta dopo un episodio di depressione che la porta a un tentativo di suicidio. Attraverso il corpo a corpo con l'analista, l'autrice rivendica la propria autonomia, il proprio diritto a vivere non secondo le regole di una asettica normalità ma seguendo le proprie passioni. La difficoltà di essere amata, di farsi riconoscere, di scrivere di sé con sconcertante sincerità: un grido di ribellione contro l'omologazione di una società conformista e priva di fantasia.


Scrittrice di assoluto valore, la cui prosa sfuma continuamente in immagini poetiche, questo diario della memoria a scopo terapeutico ci dà la misura dell'autenticità di G.S. come donna. Una donna indubbiamente eccezionale.

2 commenti:

  1. Non Conosco bene questa Artista, ma dal profilo emerge una Persona in cui domina incontrastata, forza e fragilità, tipica caratteristica della depressione, mi ricorda un mio Conterraneo Cesare Pavese, si tolse la vita
    proprio mentre la sua attività di scrittore raggiunse l’apice della notorietà, per Pavese la vita non sembrava più sopportabile, nel marzo del 1950 annota sul suo diario “ Non ci si uccide per amore di una donna, ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nudità, miseria, infermità, nulla, per questo nulla, la sera del 27 agosto 1950, dopo essere passato a salutare i suoi amici nella redazione torinese de “L’Unità”, si uccide con dei barbiturici in una stanza d’albergo a Torino. Sul comodino un biglietto: “Tutto fa schifo.... Non scriverò più”.

    Riflessione sull'accaduto

    Io Credo che l'insoddisfazione e la sensazione di vuoto deriva dalla costante ricerca della verità e una mente superiore come quella di Pavese non poteva adeguarsi ai rigidi confini imposti da un partito. Quando si crede fermamente in un'idea e ci si accorge che non può essere attuata come vorremmo crolla la base su cui abbiamo costruito la nostra esistenza. Beati i "poveri di spirito" perché non arriveranno mai a capire, e non se ne faranno un problema, che si possa decidere come e quando iniziare il Grande Sonno.
    Scusa, ho divagato un pochino, buona giornata!

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  2. ma ti pare?...anzi ..a me piacciono le divagazioni...mi piace la discussione..il confronto delle idee...delle esperienze..lo scambio delle conoscenze....
    buona serata........kisssssssssss

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