Lettori fissi

mercoledì 26 febbraio 2014

la felicità

via solone, 12 – precotto
Precotto...oggi una stazione della metropolitana....un tempo piccolo borgo rurale che quando ero piccola io, aveva le caratteristiche di minuscolo paese di campagna più che quelle di quartiere...anche se periferico... di una grande città
c'era una piccola casa..
là..in fondo alla strada..
un glicine in fiore..
una sedia davanti alla porta..

regnava la meraviglia
dei pomeriggi di sole
delle voci dei bimbi..
delle carezze sincere..

era la mia casa..l'ultima della via...quella in cui.. per dirla con le parole di mio padre...”ghe stavum duma num e la felicità”...(ci stavamo solo noi e la felicità)
fuori prati e persino un ruscello....dentro...tanta luce...tanti libri..tanti quadri.... semplice eppure raffinata...bella perchè belle erano le persone che ci vivevano...


all'inizio della via...c'era “il palazzone”.... lo chiamavano tutti così..viste le sue dimensioni...
era una tipica casa di ringhiera milanese, di quelle che sono la vera essenza del paesaggio urbano lombardo.... di quelle che raccontano un passato in gran parte perduto ma mai del tutto cancellato...

le sue finestre si affacciavano in parte su via solone e in parte su via rucellai...quasi fosse costituito da due palazzi perpendicolari che si univano in un angolo smussato all'incrocio delle due vie....dove si apriva il negozio del barbiere...il sig. riccardo... che per “recuperare” l'aumento del caffè al bar... riempiva la tazzina di zucchero...
su un lato del “palazzone” si apriva il “1° maggio”... circolo... bar..trattoria....del partito comunista....(il diavolo)....che nel cortile interno aveva anche il gioco delle bocce... e sull'altro lato c'era la portineria ...proprio davanti all'asilo delle suore...(l'acqua santa)....che poi tanto acqua santa non erano, infatti tendevano ad allontanare i bambini più vivaci...che venivano “raccolti” in casa mia dove facevano i compiti e trovavano amore...calore e spesso anche un piatto caldo..
in un angolo di casa c’era una vecchia cassapanca che ho sempre portata con me nei miei traslochi...incapace di separarmene anche se non particolarmente bella né particolarmente antica...
dentro…vecchi quaderni con la copertina nera e i fogli non patinati di quel bellissimo colore “bianco non bianco”..
vecchie fotografie…ritagli di giornali.. ricette di famiglia…appunti…fogli ingialliti con note a margine di poesie o racconti…vecchie lettere…
tutte cose che.. gelosamente conservate.. sono in qualche modo le radici che hanno dato un significato alla mia esistenza...un indissolubile legame con chi ora non c'è più..

aprire quella cassapanca..è sentire il “profumo” di antico…è ritrovare nella mente attimi.. emozioni...voci.. visi..
la sig. Cecilia con il suo italiano stentato...profuga dall'istria..una bella donna alta e magra con un marito piccolo e molto taciturno...era la nonna di una mia compagna di scuola... la sig. Gina ..che non conoscendo le supposte se ne era mangiata una..lamentandosi poi perchè era una medicina indigesta...il cav. Cafù...più largo che alto.... che viveva con la sorella...e che essendo cavaliere della repubblica si considerava la “personalità” della via... il sig. Cecchino...che beveva sempre a scrocco...il carbonaio e il sig. Celeste...grande invalido della guerra del 15/18...poi c'eravamo noi bambini...un bel gruppo davvero...e siccome la sig. Lina trovava disdicevole dire come nascono i bimbi ..tutti i maschi della via erano nati sotto un cavolo...mentre tutte le femmine erano state portate da cicogne compiacenti...
tra le altre cose..in quella cassapanca c'erano e ci sono ancora tanti spartiti…
mia madre suonava il piano…e io li ho conservati gelosamente anche se consumati..
sono stampati su quella carta un pò grossa..non bianca..non patinata..quella che oggi fa tanto “salvatore della natura”….ma che allora era una cosa normale…
proprio uno di questi spartiti mi ha fatto tornare indietro….molto indietro perchè ci sono cose che non sbiadiscono col passare del tempo …
tanti anni fa...mi ero regalata una breve vacanza....un viaggio..
non sapevo bene alla ricerca di cosa...perchè non sai mai che cosa può regalarti un viaggio: mistero..fantasia..nostalgia..ricerca... scoperta...vita
Avevo fatto tappa in un paese che sapevo ricco di storia...un borgo medievale splendidamente conservato...
il castello con la facciata a bifore..una biblioteca ricca di centinaia di manoscritti medievali...il monastero delle suore di clausura nella cui cappella respiravo il profumo della pace...le mura dalle quali potevo ammirare il rilassante panorama della campagna circostante
un pò dopo l'imbrunire...dopo un pomeriggio di pioggia...passeggiando per le strade di questo “gioiello” ... mi ero ritrovata in una piazza deserta data l’ora e il tempo…attirata dal suono di un pianoforte che arrivava da una finestra illuminata sopra una fuga di portici su cui si affacciavano vecchie botteghe..di quelle che ormai non si vedono più...una vineria...un antiquario...una pasticceria...una farmacia di cui intravvedevo i preziosi arredi, i vasi in ceramica..le ampolle...
ad un'altra finestra era affacciato un vecchio signore con la barba bianca...fumava la pipa..e aveva un aria così serena….(la barba bianca è una costante della mia vita….mio marito... il vecchio signore……un angelo - ma lui merita un capitolo a parte - .... sandro..)

come capita spesso nei piccoli centri tutti salutano tutti anche se non si conoscono…e così mi venne spontaneo salutare quel vecchio signore…che mi rispose con un sorriso dolcissimo…e poi…avendo notato il mio rallentare colpita da ciò che mi circondava... grazie anche ai lampioni ormai accesi di una luce calda che creavano un'atmosfera decisamente particolare… visibilmente compiaciuto…mi disse..indicando la piazza…”bella vero?”..

ero felice di trovarmi lì e glielo dissi...e quasi senza volerlo chiesi a lui se fosse felice e che cosa fosse la felicità.
"posso dirti che cosa è la felicità per me”….rispose…
“è la mia pace interiore unita alla tua e a quella degli altri."...
era una bella risposta...non banale…non consueta…. quel vecchio signore sembrava molto saggio...

dopo un momento di silenzio ..e una tirata alla pipa..continuò con la sua voce profonda..un pò roca per il fumo e con un tono pacato forse dovuto all'età…
”Venendo al mondo, è cominciato per noi un viaggio lungo e arduo...difficile, ma pur sempre esaltante...

possiamo scegliere di affrontare a viso aperto le nostre sfide o di soccombere di fronte alle prove cui ci troviamo di fronte…tuttavia, se scegliamo di negare gli ostacoli..o ci lasciamo travolgere... non diamo a noi stessi alcuna possibilità di crescere….di rafforzare il nostro carattere...non ci rendiamo conto di quanto di bello e di importante ancora ci resta....
soprattutto ci resta la vita.. affascinante anche con le sue ombre, che si allungano via via e che il crepuscolo e la brezza notturna piano piano cancellano
poi aggiunse…vedi... c'è una strada che entra in piazza... e ce ne è una che ne esce...

questa piazza è il presente che tu ed io stiamo vivendo ...la strada che entra nella piazza di cui non vedi più l'inizio...è il nostro passato...sappiamo che c’è stato ..ma ne abbiamo una visione un pò sfocata....e la strada che esce...di cui non vediamo la fine ....è il futuro... che ancora non conosciamo. ...una strada lunga o breve non ci è dato di sapere...certamente impervia e ricca di ostacoli.. con curve a gomito e scarpate nelle quali si può rischiare di cadere...è una strada a senso unico che tutti siamo obbligati ad imboccare con diversa “fortuna”... i più deboli cadono molto presto...e se tanti hanno la forza di rialzarsi..molti altri rimangono sul ciglio.... altri ancora... sbandano solo nelle curve più pericolose...ma alla fine riescono comunque a rimettersi in carreggiata."

osservavo il vecchio alla luce dei lampioni...come erano vere le sue parole!!! se mi volto a guardare la mia vita mi accorgo che quella strada per me è stata davvero molto tortuosa e difficile…ma sono ancora in piedi…

allora…però.. ero molto giovane.. e la cosa mi spaventò…
"sarò forte abbastanza da riuscire a percorrerla..?" riflettevo a voce alta...
e lui mi rispose; "Nessuno mai è debole, se non di fronte alla propria morte", ....
"Come posso essere felice se devo percorrere una strada verso l'ignoto?" continuai sempre parlando con me stessa..ma sperando che il vecchio signore alla finestra mi rispondesse...
"Oh, sta proprio qui il mistero di tutto…sta nella strada, nella terra che tu ed io calpestiamo.. sta nella vita che è la pioggia.. è il bel tempo..è la rugiada della mattina e la dolcezza di un tramonto…è un sorriso.. una lacrima.. dei ricordi.. delle speranze..dei giorni blu e dei giorni neri….la vita sei tu..sono io.. siamo noi..la vita è tutto…è il soffio divino.. è la cosa più bella.. la più preziosa..è un cambiamento continuo ....è adattarsi.. provare.. cadere.. rialzarsi.. vincere e perdere…è un gioco che segue i capricci delle onde e del vento….non provare a prevederla, a indovinarla, a comprenderla o a cambiarla….semplicemente vivila giorno per giorno, con fiducia, coraggio, ottimismo ed amore….dipingi un sorriso sulle tue labbra e guarda diritto davanti a te ...è questo il segreto: la felicità appartiene a tutti...è fatta di attimi assaporati fino in fondo ......sta a noi riuscire a cogliere quegli attimi a farli nostri e a conservarli gelosamente nel nostro io più profondo"
lo guardai e vidi una strana luce nei suoi occhi...allora gli chiesi: "Ma lei ha la sua felicità?".
La musica era cessata e si udiva solo il ticchiettio delle ultime gocce che cadevano dai davanzali ancora bagnati... il vecchio non rispose.. ma mi sorrise..chiuse la finestra..e rimase lì mentre mi allontanavo...

lo osservai ancora una volta...doveva essere molto felice...lo dicevano i suoi occhi che non ho dimenticato e che mi accompagnano da allora ..come mi accompagnano le sue parole....
la mia non è stata una vita facile ....a volte gli ostacoli mi sono sembrati insuperabili…ma l’ho sempre vissuta con coraggio..con fiducia..con amore…ho cercato di conquistare quella profonda pace interiore di cui parlava quel vecchio signore…
e ..facendo un bilancio …nonostante tutto… posso dire di aver conosciuto la felicità…attimi colti lungo il cammino e trattenuti gelosamente…
dentro

l.
















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