Lettori fissi

martedì 27 aprile 2010

ho riaperto la cassapanca

ho riaperto la cassapanca..quella che c’è in un angolo di casa…quella piena di “me”…..
mi è capitata tra le mani la pagina di un giornale di tantissimi anni fa…
un articolo…due fotografie..quella di Katia – futura fidanzata di mio fratello…e quella di Gigi – amico fraterno di mio fratello..

vi racconto…
mio fratello  aveva conosciuto la sua futura fidanzata in banca..mentre entrambi erano in coda allo sportello in attesa di riscuotere il presalario universitario…ed era tornato a casa  frastornato dall’ inarrestabile cicaleccio di quella ragazza…molto carina ma troppo loquace…deciso quindi a non approfondire la sua conoscenza..
ma la vita è imprevedibile….così..dopo qualche tempo ..in una calda sera primaverile…arrivarono a casa nostra ….Gigi e Katia…di cui Gigi era innamorato ..
Lui non sapeva che mio fratello e Katia si conoscessero..lei non sapeva che Gigi e mio fratello fossero amici..e mio fratello non sapeva che la ragazza di cui Gigi non smetteva mai di parlare.. fosse Katia..per cui la sorpresa fu decisamente grande.. 
e  i due giovani di belle speranze (Katia e mio fratello) ..lei ..niente male …bionda..occhi  azzurro verdi …minigonna portata bene…lui alto..simpatico..decisamente un bel ragazzo…facevano davvero una bella coppia..
fu una serata piacevole..tra discussioni politiche …(”nel secolo scorso”..avevamo ancora voglia di discutere..di confrontarci..di batterci per gli ideali in cui credevamo…) e battute allegre..barzellette e “dissertazioni filosofiche”
dopo qualche tempo…una sera di maggio …gigi..sempre innamorato di katia….e katia che si stava innamorando di mio fratello…passando davanti ad una chiesa romanica…(originariamente era un edificio longobardo, fondato secondo la tradizione dalla regina Teodolinda,   poi ricostruito nei secoli XI-XII come struttura romanica a mattoni)…aperta..nonostante l’ora per le funzioni del mese di maggio ..decisero di entrare a visitarla.. parcheggiarono sul sagrato ed entrarono…all’uscita..risaliti in auto…misero in moto senza rendersi conto di avere la retromarcia inserita..per cui  l’auto schizzata all’indietro..dopo aver centrato in pieno e divelto il portone ….per fortuna era solo quello leggero di protezione .…(il portone artistico era aperto) …entrò  in chiesa ..distrusse un bel pò di panche..e si fermò a ridosso di una colonna..senza toccarla…
nessun danno a persone..per fortuna…perchè i fedeli ancora non erano arrivati…
leggermente frastornati…non capitano spesso incidenti di quel genere..lasciarono l’auto in chiesa e si precipitarono dal parroco…chiedendogli di uscire perchè c’era stato un incidente…
il poveretto..ignaro… corse fuori dalla canonica pensando ad un ferito grave …ma quando vide l’accaduto ..rischiò l’infarto…
però questa è una storia a lieto fine..
l’assicurazione ripagò tutti i danni ..e quindi la chiesa ebbe le panche e il portone ..nuovi…katia e gigi..ebbero il “loro momento di notorietà” ..si fa per dire…quando la mattina dopo…mentre andavano all’università..in metropolitana.. videro le loro foto sui giornali…e sentirono i commenti divertiti di chi leggeva l’articolo …
la conoscenza tra mio fratello e katia si approfondì sempre di più…e quando decisero di sposarsi …lo fecero in quella chiesa..e le nozze furono benedette da quel parroco….che ancora…a distanza di tempo…non si era ripreso del tutto dalla “visita alla chiesa di quel fedele piuttosto anomalo”

domenica 18 aprile 2010

Io non ci sto

vi ricordate il caso di quei bambini di Adro (BS) a cui è stato dato solo pane e acqua perchè i genitori non avevano pagato la mensa?
un cittadino di Adro..che ha voluto mantenere l’anonimato…ha pagato la mensa per tutti quei bimbi..anzi ..ha garantito la copertura per tutto il corrente anno scolastico..e ha scritto una lettera che riporto qui sotto …
a parte il fatto che ha votato formigoni….cosa che non condivido ma nessuno è perfetto..eheh….io credo sia davvero importante leggerla ..perchè se solo la metà delle cose che scrive venisse recepita ..non saremmo conciati come siamo 


IO NON CI STO

Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità.
Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film "L’albero degli zoccoli". Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato soldi per vivere bene.
E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica.
A scanso di equivoci, premetto che:
- Non sono «comunista». Alle ultime elezioni ho votato per Formigoni. Ciò non mi impedisce di avere amici di tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo da condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona.
- So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliano anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell’Ucraina.
Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male.
I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo? Che non mi vengano a portare considerazioni «miserevoli». Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino).
Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo? Vorrei sentire i miei preti «urlare», scuotere l’animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il «commercio».
Ma dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare «partito dell’amore». Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l’Italia. So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti «compagni che sbagliano».
Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le loro belle cose e case. Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) venga dalle tasse del papà di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1.200 euro al mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno? Ma quanto rendono (o quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30.000 metri cubi del laghetto Sala. E i 50.000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto? Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? E’ già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.
Il sonno della ragione genera mostri.
Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro. Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.
E chi semina vento, raccoglie tempesta!
I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione del servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L’età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quel giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi? E se non ce lo volessero più cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. E’ anche per questo che non ci sto.
Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà pure dire poco ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani.
Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all’uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l’amministrazione. In tal modo mi impegno a garantire tutta la  copertura necessaria per l’anno scolastico 2009/2010. Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno o vorranno pagare il costo della mensa residuo resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa.
Sono certo che almeno uno dei quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore, o infermiere e il suo solo rispetto varrà la spesa. Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del «grande fratello».
Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie. Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo.
Molto più dei soldi mi costerà il lavorìo di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo. Posso sopportarlo. L’idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce.
Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito c’è, ma solo per tutto il resto.
Un cittadino di Adro (Brescia
)

venerdì 16 aprile 2010

abortire in Vaticano….flavia amabile

questa non è davvero una bella storia…una delle storie che mi piace raccontare e condividere con voi

dire che sono sconcertata è dire poco…
riporto semplicemente  l’articolo della Stampa di ieri lasciando che ciascuno tragga le proprie conclusioni

 

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Abortire in Vaticano
La storia di una donna che trova le pillole per interrompere la sua gravidanza nella farmacia del Papa

FLAVIA AMABILE

A volte anche i dubbi sono un lusso. Non ne ha avuti Alina, 34 anni, quando ha varcato la soglia della Farmacia Vaticana per abortire. Vaticana, sì, non è un errore: è andata proprio all'interno delle mura dei più fieri nemici dell'interruzione di gravidanza per procurarsi le pillole di cui aveva bisogno. Ha dato uno sguardo rapido all'ampio negozio, scelto la fila più breve e atteso con pazienza il suo turno. 

Non c'è da avere dubbi
quando hai un passaporto romeno in tasca, due o tre lavori - tutti clandestini - e una famiglia da mantenere, sorelle e nipoti compresi. E' una scelta tra vite. E Alina sa bene qual è la sua. E' arrivata a Roma quattro anni fa con il marito: in Romania non c'è lavoro. In Italia nemmeno ma, a sapersi accontentare e a non avere pretese di cittadinanza o contributi, qualcosa si può guadagnare, assicurano gli amici. 

Lui viene subito preso
da un piccolo costruttore a fabbricare cemento e riverniciare interni di case. Lei a pulire appartamenti, a volte anche uffici, i suoi preferiti: nessuno si sogna di protestare se il pavimento non è lucido di cera o se non toglie la polvere dietro i mobili ogni giorno. 

Una vita da fantasmi,
del tutto inesistenti. Eppure insieme riescono a mandare a casa anche mille euro al mese. Per la famiglia è la salvezza. Alina e il marito hanno due figli maschi di 10 e 8 anni. Con quei soldi vanno a scuola, si vestono, mangiano. Con gli stessi soldi vivono il nonno e la nonna, troppo anziani per lavorare, la sorella di Alina, i suoi due figli e il marito invalido. 

Quando quest'inverno Alina
ha capito di essere incinta ha pensato a loro. Non aveva scelta: portare avanti la gravidanza per un fantasma come lei vuol dire perdere tutto. Nessuno dà un lavoro in nero a una romena incinta, le si chiede di farsi un attimo da parte, partorire e poi ricominciare da capo a bussare alle porte per trovare altre case e uffici da pulire. Quanti mesi di stipendio persi? Sette, otto, dieci? E poi chi allatta il bambino? E se non lo allatta lei chi ha i soldi per comprare il latte? E alla fine perché fare ancora un figlio per disfarsene subito dopo e nemmeno vederlo crescere? 

Una donna fantasma non ha un medico di famiglia
e l'assistenza sanitaria soltanto se in pericolo di vita o in particolari casi. L'aborto dovrebbe essere compreso ma con i tempi che corrono presentarsi in ospedale e far emergere la propria vita è troppo rischioso. Meglio ascoltare i consigli di chi ne sa più di lei. Nel Lazio una donna su tre che abortisce è originaria dell'Est, molto spesso romena. Il metodo è sempre lo stesso, il fai-da-te: alcune pillole di un farmaco usato per curare l'ulcera gastrica e duodenale contengono prostaglandine, lo stesso principio della seconda pillola somministrata nel protocollo della Ru486, quello che provoca l'espulsione definitiva. 

Le sudamericane ne sono
fra le più grandi consumatrici, lo hanno ribattezzato l'aborto-express. Le cinesi lo usano in quantità industriali e ne arrivano casse intere nel nostro Paese nascoste tra altre merci. Tutte fanno finta di non sapere quanto è pericoloso prenderlo senza controllo. In Italia costa 13,90 euro e si vende in tutte le farmacie ma proprio per evitare abusi bisogna presentare una prescrizione di un medico di famiglia non ripetibile e nominale. 

Alina non ha medico di famiglia
, e non può sperare nella compassione di qualcuno. Ci sarebbe il mercato nero ma costa il doppio ed è meno sicura. Vai a fidarti di quello che ti vendono, una rom è morta a dicembre proprio dopo aver preso le pillole acquistate chissà come. La soluzione arriva un pomeriggio quando le sembra di non sapere più come fare.
Può andare in Vaticano, dove nessuno immaginerebbe di doversi recare per interrompere la propria gravidanza, le assicurano. Le basterà presentare il passaporto subito oltre la porta Sant'Anna, far vedere di avere una prescrizione di un medico con un farmaco qualsiasi scritto sopra e non intestata a lei. A volte va bene anche un foglio bianco di uno studio medico. A volte nemmeno guardano questo foglio i dipendenti della Santa Sede. Al suo danno una rapida scorsa, le consegnano un pass e le indicano la strada per la farmacia.

A volte anche i dubbi sono un lusso.
Alina sa che cosa significa assumere questo farmaco. Basta uno sbaglio minimo nelle dosi ed è spacciata. Pensa ai suoi figli, si fa il segno della croce e posa 14 euro sul bancone. Una farmacista dal capello liscio e lo sguardo lontano apre un cassetto, prende una scatola e gliela porta. "La prescrizione del medico? Può tenerla? E ecco il resto". Alina conta i soldi, pensa ad un errore, ma rispetto alle farmacie italiane in Vaticano l'aborto-express non solo è libero ma costa un euro e settanta centesimi in meno.

giovedì 15 aprile 2010

la cassapanca

c’è una vecchia cassapanca in un angolo di casa….
dentro…vecchi quaderni…quelli con la copertina nera e i fogli non patinati di quel bellissimo colore “bianco non bianco”.. 
vecchie fotografie…ritagli di giornali..vecchie ricette di famiglia…appunti…note a margine  di poesie o racconti…vecchie lettere…
tutte cose che  gelosamente conservate.. sono..in qualche modo le radici che danno un significato alla nostra esistenza..perchè avendole tra le mani ci si sente legati a chi è già stato e non c’è più..e forse perchè si spera che chi le “toccherà” dopo di noi  si sentirà legato a chi non ci sarà più..

aprire quella cassapacanca..è sentire il “profumo” di antico…è ritrovare nella mente attimi.. visi..voci.. emozioni..

emozione..tenerezza…rimpianto è ciò che ho provato rileggendo due “poesie” che mi aveva dedicato una persona speciale che ora non c’è più..
lui.. per me un grande amico…
io.. per lui ..un grande amore…

nella prima…ci sono io …nella seconda il suo amore..
in tutte e due…la sua anima


A volte ti senti forte come una roccia,
felice di vivere 67322579_w15aoAYV
e pronta a combattere
col mondo intero, 
capace di  abbattere barriere
e
scavalcare ostacoli.
A volte invece sei delicata 
come un fiore che sboccia,
che il semplice vento muove,
che la pioggia piega
senza dargli la possibilità di rialzarsi

 
Amarla
quando scrivi il suo nome e ti trema la mano

lorefm8amarla
quando la pensi e ti senti felice

amarla
quando la tocchi e ti senti morire

amarla
quando la vedi e ti sembra di sognare

continuare ad amarla 
pur sapendo che il sogno non diventerà realtà.



richiudo la cassapanca….
chissà quali emozioni mi riserverà la prossima volta…

domenica 11 aprile 2010

c’era una volta…..

c’era una volta…..

il padre di una famiglia molto ricca che fece fare ai suoi due figli un viaggio per tutto il paese con lo scopo di mostrare loro orgogliosamente come viveva la gente povera e di quanto fortunati fossero loro.

Durante il lungo viaggio i due bambini passarono molto tempo a discutere tra loro come potevano considerare una famiglia molto povera.
Al ritorno dal loro viaggio, il padre chiese ai figli:" Come è stato il viaggio?"
"Grande, papà."
"Avete visto come vive la gente povera?"
"Oh sì!" risposero loro.

"Allora che cosa avete imparato dal viaggio?" Chiese ancora il padre.
I figli gli risposero:
" Abbiamo visto che noi abbiamo un cane di razza e loro avevano tanti bastardini.
Essi hanno uno stagno fangoso in cui giocano tutti.. che è la metà dei nostri giardini. ma hanno anche un'insenatura che non ha estremità.
Noi abbiamo decine di lampade elettriche nel nostro giardino, loro invece hanno infinite stelle alla notte.
Le nostre proprietà hanno confini di chilometri, loro non ne hanno perché hanno l'orizzonte intero.
Noi abbiamo tantissimo ma pur sempre una piccola parte di terra da vivere mentre essi hanno campi che vanno oltre la nostra vista.
Noi abbiamo servi che ci servono, loro si aiutano a vicenda.
Noi compriamo i nostri alimenti e leccornie, loro si cibano di quello che raccolgono.
Noi abbiamo alte pareti e cancelli intorno alla nostra proprietà per proteggerla; loro hanno amici per proteggerli."
Il padre era esterrefatto.
Ed infine i suoi figli aggiunsero: " Ti ringraziamo papà perché ci hai fatto vedere quanto poveri siamo noi!"

Domandiamoci cosa accadrebbe se tutti ringraziassimo e fossimo sazi per ciò che abbiamo invece di preoccuparci per cosa non abbiamo? Apprezziamo ogni piccola cosa che abbiamo, particolarmente i nostri amici! 

L’Amicizia, infatti,  è l’unico bene gratuito e inesauribile …se lo coltiviamo.