Lettori fissi

mercoledì 2 dicembre 2009

due profondi occhi neri

Le ferite dell'anima sono quelle che non si vedono ..ma che sanguinano di più...
io sono convinta..però...che se non si sta ripiegati su noi stessi..compiangendoci...e si dà un senso al nostro dolore...allora la vita riacquista il suo senso e la sua bellezza...
ho perduto mio figlio...e l'anima mia si è squarciata...ma non potevo permettere alla morte di essere fine a se stessa...non potevo chiudermi al mondo...non potevo non cercare di capire cosa Dio volesse da me...e mi sono messa in ascolto...mi sono guardata attorno.... ho raccolto una mano timidamente tesa....e ho deciso..
ho lasciato la mia casa..che non sentivo più mia...la mia città..non a misura d'uomo..in cui anche se sei tra milioni di persone..sei sempre e cmq solo.. e mi sono trasferita in un paese piccolo piccolo...tra viti e castagni..in cui ti capita di incontrare persone che non conosci..ma che ti salutano con un sorriso...in cui mio fratello...che in questo paese abitava da solo ..finalmente non è più solo ...come non lo sono più io..
ancora non conosco bene la zona..ma è rilassante guidare senza meta in collina..tra i vigneti..con un traffico quasi inesistente...rilassante anche se a volte rischi di non sapere bene dove ti trovi..
E' una di quelle giornate in cui può succedere di tutto…e ovviamente …fuori in auto …mi ritrovo in una zona che non conosco….in una strada sterrata...
non ho il navigatore sulla mia auto....decido di scendere...mi guardo attorno…vorrei chiedere qualche indicazione….ma vedo solo due grandi occhi neri.. quelli di un bimbo dalla pelle olivastra...seduto nella polvere di quella strada sterrata.
Grandi occhi neri che fissano lucidi i miei mentre passo davanti a lui.
Io così grande e diversa dietro i tratti del mio volto da straniera ..ai suoi occhi….
Io così distante... nella mia cultura... dal suo mondo di così “poche” cose.
Grandi occhi neri mi dividono dalla sua semplicità...e mi attirano verso di lui...
Nella piccola mano..sporca...stringe una manciata di sassolini attentamente selezionati e raccolti dal fazzoletto di terra tra le sue gambe sbucciate.
Mi guarda attento in tutta la mia statura mentre i miei passi sollevano piccole nuvole di polvere.
“Dove sto andando?” mi chiedo, “Non lo so più!” penso... e sento un irrefrenabile bisogno di fermarmi.
Un sussulto scuote il bimbo... al mio improvviso arresto.... vedo allora il suo pugno stringere forte i piccoli tesori da esso trattenuti.
Immobile aspetta l’evolvere della situazione, ma gli sorrido sperando che i suoi probabili timori possano essere dissipati.
Lui ricambia regalandomi un sorriso di rara bellezza che sono sicura splenderà a lungo nei miei ricordi di domani.
Io.. confusa dalle mie mille e più angosce.... rimango profondamente colpita da quel viso che in un attimo sbriciola uno dopo l’altro tutti i cattivi pensieri che formavano un’impenetrabile barriera tra me e lui.
Ho bisogno di capire di più del mondo attraverso il cristallo limpido degli occhi di questa creatura figlia del sole e della sua luce.
Io che possiedo tutto ciò che m’hanno insegnato convenga avere… mi sento ora così povera di quella vita che qui di fronte a me fiorisce ora in tutta la sua unicità e splendore..
le memorie di tempi andati cominciano a rovinare sui miei pensieri, ma è così difficile ritrovare “l’ingenuità”..la “semplicità” d’un tempo, dopo che la città mi ha riversato addosso per tanti anni tante insane abitudini...un bagaglio che trascino a fatica ....
Sento i suoi occhi guardarmi tra le nuvole dall’alto di questo immenso cielo.
I suoi capelli neri mossi dalla brezza mi ricordano steli di erba verde battuti dai venti...
Il radioso sorriso disegnato sul suo visino sporco è quell’anello tra cielo e terra che innumerevoli uomini cercano.. ma spesso non hanno la fortuna di trovare nell’arco della loro vita.
Mi rendo conto improvvisamente che tutto può essere più semplice nella nostra vita da sempre troppo artefatta e complicata, e che così non è a causa della nostra mancanza di amore e della crudeltà che ne deriva.
La mia sola presenza in questo luogo è un’offesa alla bellezza di questo essere al quale tutto dovrei, ma l’armonia di questo ritaglio di mondo mi obbliga ancora a restare ed a riflettere.
Lentamente mi accovaccio di fronte a lui, forse inconsciamente.... tentando di accorciare le distanze che esistono tra le nostre vite.
Vorrei dirgli qualche cosa e chiedergli altro, ma le parole muoiono nella mia gola soffocate dalla convinzione che nessuna di queste potrebbe dirci e darci più di quello che ci stiamo scambiando. Le parole sono spesso così vuote, inutili ed in contrasto con la purezza dei sentimenti che illuminano momenti come questo. Tutto ciò che riesco a fare è stare qui con lui dividendo e respirando questa polvere, occhi negli occhi tendendogli una mano e sperando che lui possa fare altrettanto con la sua
Smettere di correre, fermarsi in qualsiasi punto della nostra vita e far sì che quello stesso punto possa divenire un bivio abbandonando una strada per imboccarne una nuova, donando qualcosa, sacrificando qualche cosa della nostra esistenza per qualcosa d’altro, per qualcun altro, questa posso pensare sia la via che oggi restituisca un senso, altrimenti perduto, a noi stessi.
In questo embrione d’esistenza si concentra un’intera vita, la mia o una qualsiasi eventuale altra, il senso, la possibilità di rinnovamento ad ognuno di noi concessa almeno una volta nella vita.
In questo istante si concentra l’innato significato naturale dell’amore
In questo momento, tra i sassi, la polvere e le nuvole, credo che tutto ciò sia quanto di più giusto e vicino al nostro destino di eterni viandanti.
Questo bimbo, figlio di quella stessa vita di cui io posso godere ne è la più innegabile conferma e dall’alto della sua candida “ignoranza” non ho che da imparare, per non smettere mai di costruire.
Lui non può sapere tutto questo, ma è il portatore più puro di questo messaggio che giunge diritto al cuore.
Da questo stesso cuore si staccano poi delle bolle di tristezza che salgono bruciando sino agli occhi miei che a stento trattengono le lacrime.
Per un solo istante vedo la terribile eredità che l’uomo ha destinato a tanti innocenti come lui venuti al mondo per amore, per odio o anche solo per sbaglio...vedo anche chi...venuto al mondo per amore ...ora non è più accanto a me...
Il sole si è abbassato sull’orizzonte, oltre le spalle della piccola figura seduta di fronte a me; i raggi di sole ed il pulviscolo diffuso nell’aria rendono l’atmosfera vaporosa privando l’immagine di definizione donandole un che di irreale….
Ora non distinguo più chiaramente i lineamenti del suo volto in controluce….il bimbo si alza….e… in un atto di estrema generosità…. mi regala i sassolini che aveva raccolti…
Raccolgo le piccole pietre infilandole poi in una tasca dei pantaloni e… dopo aver dato un occhiata tutto intorno, ritorno verso la mia auto…..
“Dove stavo andando?” mi chiedo, “A cercar me stessa!” penso.
Dopo qualche passo metto una mano nella tasca riprendendo i piccoli sassi che poi conto distrattamente. “Che strano” penso, sono tanti quanti sono gli anni che mi sono lasciata dietro.
Li prendo tra le dita, uno dopo l’altro, cercando di sentire le caratteristiche che li distinguono, ma sono così tanti e così piccoli da non poter essere presi in considerazione….e mentre li tocco…rivedo gli occhi neri …e risento la risata argentina di quel bambino che senza parole ha inciso un storia bellissima nel mio cuore